La diffusione delle auto elettriche sta portando molti acquirenti a porsi ua domanda: posso installare una wallbox in condominio? Su questo argomento è possibile trovare tante informazioni online ma non sempre corrette e precise. A questo si aggiungono alcuni amministratori che, non conoscendo i regolamenti aggiornati, se ne “lavano le mani” portando l’argomento in assemblea, nonostante non sia assolutamente necessario. In questo articolo cercheremo quindi di fare chiarezza su questo argomento.
La legislazione riguardante l’installazione di un punto di ricarica privato inizia con la Legge 134/2012, che stabilisce le regole per la creazione di reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica, e continua con il Decreto Legislativo 257/2016, che regola le stazioni di ricarica e i punti di ricarica.
È importante ricordare anche la Circolare n. 2 del 05/11/2018 del Ministero dell’Interno in collaborazione con i Vigili del Fuoco e gli articoli diversi del Codice Civile che regolano la gestione dei condomini. una combinazione di regole che rende molto consigliato, se non obbligatorio, l’intervento di un’azienda specializzata.
Vediamo di seguito i principali scenari che riguardano la maggioranza degli italiani.
Box e contatore privati in condominio di piccole dimensioni
Chi dispone di un box (o anche di un posto auto) privato all’interno del condominio può installare una wallbox collegata direttamente al proprio contatore. Non è necessario richiedere permessi particolari; basta contattare un’azienda specializzata che si occuperà dei lavori e rilascerà la Dichiarazione di Conformità.
Tuttavia, l’azienda potrebbe riscontrare che la sezione della linea elettrica è sottodimensionata, presentando un rischio di incendio. In tal caso, sarà necessario procedere con un adeguamento dell’impianto.
Se sono necessari lavori di adeguamento, il condomino deve informare l’amministratore, specificando tipologia e modalità di esecuzione degli interventi. Né l’amministratore né gli altri condomini possono opporsi, purché i lavori siano effettuati senza arrecare danni alle parti comuni. È utile, ma non obbligatorio, aumentare la potenza del contatore. Tutte le spese sono a carico esclusivo del condomino.
Box e contatore privati in condominio di grande dimensioni
Se il box auto si trova in un’autorimessa coperta con una superficie superiore a 300 mq, la sola Dichiarazione di Conformità non è sufficiente. L’impianto deve rispettare le linee guida emanate dai Vigili del Fuoco, che prevedono diversi obblighi per ottenere il Certificato di Prevenzione Incendi.
Il primo requisito è l’installazione di un dispositivo di comando di sgancio di emergenza, che permette agli operatori di soccorso di disattivare rapidamente l’impianto scollegandolo da tutte le fonti di energia elettrica.
Inoltre, è necessaria la presenza di almeno un estintore portatile, ben segnalato, facilmente accessibile e perfettamente funzionante. Deve essere anche presente un cartello che indichi chiaramente la presenza di una stazione di ricarica. Infine, è obbligatorio conservare la documentazione tecnica della stazione di ricarica e la Dichiarazione di Conformità per eventuali futuri controlli.
Box e contatore condominiale
Molto diversa è la situazione per chi possiede un box o uno spazio privato collegato alla rete elettrica condominiale. Anche in questo caso è possibile installare un punto di ricarica, ma l’iter prevede un passaggio aggiuntivo e può presentare diverse complicazioni.
Innanzitutto, è necessario inviare una comunicazione scritta all’amministratore di condominio, il quale dovrà predisporre una verifica tecnica dell’impianto elettrico che alimenta i box e della potenza del contatore condominiale.
A tal proposito, ricordiamo che l’articolo 1102 del Codice Civile sancisce il diritto di ogni comproprietario di utilizzare il bene comune “purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto”. Questo significa che, in assenza di vincoli tecnici, né l’amministratore né i condomini possono opporsi all’installazione di un punto di ricarica.
Una volta confermata la fattibilità tecnica del progetto, l’azienda specializzata scelta dal condomino può iniziare i lavori, che devono seguire le stesse linee guida precedentemente citate, incluso il rispetto delle norme emanate dai Vigili del Fuoco in caso di autorimessa superiore a 300 mq.
Il condomino dovrà pagare di tasca propria la quota di energia utilizzata per ricaricare la propria auto. A differenza dell’installazione della wallbox in un box con proprio contatore, è necessario installare un misuratore dei consumi (contatore a defalco) nell’impianto, per monitorare il consumo sulla diramazione privata.