Recentemente, il mondo dell’auto ha assistito a un’ondata di speculazioni riguardo il futuro del sito Audi di Bruxelles. La notizia che una delegazione della casa automobilistica cinese Nio avesse visitato l’impianto, potenzialmente in vendita, ha suscitato grande interesse, ma è stata prontamente smentita dalla stessa Nio. Secondo il fondatore e CEO William Li, l’azienda non ha alcuna intenzione di acquisire lo stabilimento, affermando che le voci fossero infondate e che Nio fosse cauta nell’investire in infrastrutture produttive al di fuori delle stazioni di cambio batteria.

Il sito Audi di Bruxelles, già in difficoltà a causa della scarsa performance del suo SUV elettrico Q8 e-tron, si trova in una situazione critica. Dopo una pausa nella produzione, il tentativo di ripartire è fallito a causa di proteste dei dipendenti, che hanno anche denunciato il furto di chiavi delle auto già assemblate. La direzione di Audi ha aperto un dialogo con i lavoratori e i partner sociali, ma la chiusura dell’impianto sembra sempre più probabile, soprattutto poiché non è previsto un modello sostitutivo per il Q8 dopo il suo termine di produzione nel prossimo anno.

Per Nio, un impianto in Europa rappresenterebbe un vantaggio strategico per evitare le pesanti tariffe imposte dall’Unione Europea sulle auto elettriche prodotte in Cina. Attualmente, Nio affronta un dazio del 20,8% più un 10% di tassa d’importazione. Nonostante l’azienda stia avanzando nel mercato tedesco e stia ampliando la rete di stazioni di scambio batterie, la sua espansione nel mercato europeo sta procedendo più lentamente del previsto. Le domande su come Nio possa permettersi un investimento simile, in un contesto di incertezze, stanno dunque sollevando perplessità.

Parallelamente, anche altri costruttori cinesi stanno investendo nel produzione di veicoli elettrici in Europa per ridurre i costi e rispondere alla crescente domanda di sostenibilità nel settore automobilistico. Resta da vedere come si evolverà la situazione per l’industria automobilistica in Europa e in particolare per l’impianto di Bruxelles, il cui destino appare sempre più incerto.



Fonte: www.elektroauto-news.net