Il 4 ottobre, l’Unione Europea si appresta a votare definitivamente sull’introduzione di dazi per le auto elettriche (EV) provenienti dalla Cina. Dopo mesi di trattative e confronti con le autorità cinesi, che hanno anche portato a una riduzione degli importi previsti, ci si aspetta che la proposta venga approvata dalla maggioranza.

Tuttavia, alcuni produttori automobilistici tedeschi, tra cui VW, BMW, Mercedes-Benz e Audi, hanno manifestato opposizione, esortando il governo tedesco a votare contro i dazi proposti. Il motivo di questa resistenza è legato al timore di ritorsioni da parte di Pechino, il che potrebbe scatenare una guerra commerciale. Le case automobilistiche tedesche, infatti, considerano la Cina il loro mercato principale; una flessione delle vendite in quel paese potrebbe risultare devastante, rendendo difficile compensare la perdita di fatturato.

Sebbene il voto tedesco sia fondamentale, la Commissione Europea potrebbe comunque ottenere il supporto necessario per andare avanti. Francia, Italia, Polonia e Grecia sembrano orientate a votare in favore dei dazi e, insieme, rappresentano il 39% della popolazione dell’UE. Perché la proposta sia approvata, è necessario il consenso del 65%.

Il governo tedesco fatica a prendere una decisione interna e potrebbe decidere di astenersi dalla votazione. Anche la Spagna, inizialmente favorevole ai dazi, sembra intenzionata a cambiare posizione. La Repubblica Ceca, dal canto suo, è in una situazione ambivalente; il suo governo ha dichiarato di valutare la recente indagine della Commissione Europea, che evidenzia potenziali pratiche anticoncorrenziali da parte dell’industria automobilistica elettrica cinese.

È comunque fondamentale esplorare ulteriori opzioni, poiché molti critici sostengono che i dazi potrebbero danneggiare i consumatori e non risolvere il problema alla radice dell’incapacità dei produttori europei di competere nel mercato delle auto elettriche.

Una possibile soluzione sarebbe quella di stabilire un limite alle importazioni. La Cina ha la necessità di esportare circa 3 milioni di veicoli elettrici all’anno, un volume che è circa il doppio dell’intero mercato europeo. Un accordo su un limite potrebbe dunque rappresentare una soluzione efficace senza far lievitare i prezzi. Un’altra alternativa sarebbe introdurre un prezzo minimo, in base al tipo di veicolo.

L’Unione Europea non sarebbe comunque la prima a imporre dazi sulle auto elettriche prodotte in Cina; di recente, anche Stati Uniti, Canada, Turchia e Brasile hanno introdotto tasse di importazione aggiuntive.



Fonte: www.arenaev.com