Le esportazioni di auto elettriche cinesi in Europa sono sempre più vicine ad affrontare tariffe doganali più elevate. Dopo l’annuncio della Turchia di un’imponente tariffa del 40% sulle importazioni di auto cinesi, anche la Commissione Europea ha rilasciato una decisione preliminare.
La Commissione Europea ha avviato un’indagine già nell’ottobre scorso per stabilire se i produttori di veicoli elettrici cinesi stessero beneficiando di sussidi ingiusti da parte del governo cinese. Come previsto, la commissione ha scoperto che i sussidi ricevuti dai produttori cinesi di veicoli elettrici a batteria (BEV) stanno falsando il mercato e stanno gradualmente erodendo la produzione locale di BEV.
Per questo motivo, la commissione cercherà di negoziare con le autorità cinesi per convincerle a interrompere le pratiche considerate sleali. Nel caso in cui tali negoziati dovessero fallire, si suggerisce l’imposizione di tariffe aggiuntive. Le due parti tenteranno di risolvere la questione in modo compatibile con l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). La questione dovrebbe essere risolta entro il 4 luglio, in caso contrario, saranno applicate le seguenti tariffe.
BYD dovrà pagare una tassa del 17,4%, Geely del 20% e SAIC del 38,1%. Anche altri produttori cinesi saranno soggetti a tariffe aumentate. Coloro che hanno collaborato alla ricerca della Commissione Europea ma non sono stati campionati saranno soggetti a un’aliquota media ponderata del 21%, mentre coloro che si sono rifiutati di collaborare saranno soggetti alla tariffa più alta del 38,1%.
Ci sono, naturalmente, delle eccezioni. Ad esempio, Tesla riceverà probabilmente un dazio calcolato individualmente per i veicoli prodotti in Cina e importati nell’UE. Altri produttori sono liberi di presentare una richiesta di riesame e riceveranno un dazio individuale all’importazione entro 9 mesi.