Recentemente si sono rivelate fondate le voci circolanti. Ieri è stato riportato che la maggior parte degli stati membri dell’Unione Europea è favorevole all’innalzamento dei dazi doganali sui veicoli elettrici cinesi. Questi nuovi dazi entreranno in vigore entro il 31 ottobre e si sommeranno all’attuale imposta fissa del 10%. La misura avrà una durata prevista di cinque anni.
Non tutti i produttori di veicoli elettrici saranno soggetti agli stessi dazi. Ad esempio, BYD sarà colpita da un’imposta del 17%, Geely dovrà affrontare un’aggiunta del 18,8%, mentre Tesla beneficerà di un dazio inferiore, pari al 7,8%. La SAIC, invece, subirà l’impatto maggiore con una tassa del 35,3%. È importante notare che, sebbene Tesla non sia un produttore cinese, una significativa parte dei veicoli venduti in Europa proviene dalla Cina.
Secondo un resoconto di Bloomberg, paesi come Germania, Ungheria, Malta, Slovacchia e Slovenia si sono espressi contro la proposta, mentre Bulgaria, Danimarca, Estonia, Francia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi e Polonia hanno sostenuto i nuovi dazi. Altri stati, tra cui Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Finlandia, Grecia, Lussemburgo, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia, hanno scelto di astenersi dal voto.
Nonostante l’introduzione di queste tasse d’importazione, Cina e UE continuano a cercare una soluzione che rispetti le normative dell’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio). Tuttavia, questa non sarà un’impresa semplice, poiché, dopo l’indagine condotta dalla Commissione Europea, la Cina ha negato di concedere sussidi ai produttori di veicoli elettrici.
Fonte: www.arenaev.com