L’Italia sta affrontando una significativa revisione del bilancio che impatterà negativamente sulla sua industria automobilistica, in particolare sulle vendite di veicoli elettrici. Il governo di Giorgia Meloni ha deciso di ridurre i fondi destinati a questo settore, con una riduzione complessiva di 4,6 miliardi di euro, che verranno reindirizzati verso altre misure. Nel 2022, il governo aveva programmato di destinare 8,7 miliardi di euro fino al 2030 per sostenere l’industria automobilistica, ma l’ultimo bilancio proposto dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti segna un cambio di orientamento preoccupante.

La nuova allocazione prevede che dei 5,8 miliardi di euro pianificati per il periodo 2025-2030, ben 4,6 miliardi saranno trasferiti ad altri settori, creando tensioni sia con i costruttori automobilistici, come Stellantis, che con il governo stesso. Sebbene questa proposta debba ancora passare l’approvazione delle due camere del Parlamento entro dicembre, le modifiche sono ancora possibili, e il rischio di un impatto negativo sulle vendite di auto elettriche è concreto.

In caso di approvazione, i fondi disponibili per le incentivazioni all’acquisto e per i finanziamenti all’industria scenderebbero notevolmente, passando da 762 milioni di euro per il 2025 a solo 200 milioni di euro all’anno fino al 2030. Questo cambiamento solleva preoccupazioni tra gli attori del settore automotive italiani, già scettici sulla quantità di supporto economico ricevuto rispetto ad altri paesi europei.

Il ministro dell’Industria, Adolfo Urso, ha dichiarato che si impegnerà a garantire che la catena di approvvigionamento dell’auto abbia gli strumenti necessari per affrontare la transizione ecologica. Tuttavia, le promesse di investimenti e focus sui componenti non sembrano rassicurare i consumatori, che potrebbero presto trovarsi privi di incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici. Senza un adeguato supporto finanziario, la prospettiva di un’elettrificazione efficace dell’auto in Italia appare sempre più in dubbio.



Fonte: www.automobile-propre.com